Descrizione
<<Darò ordine a tutti gli enti e a tutti i ministeri perché si facciano costruzioni del nostro tempo. Non voglio vedere Case Balilla e Case del Fascio con architettura del tempo di Depretis.>>
(Benito Mussolini)
Il vivace processo di revisione storica, di cui è oggetto da qualche anno il regime fascista, ha infine interessato anche il campo architettonico che sembrava fino a ieri consegnato senza appello alla sfera della demonologia. L’ormai cospicua letteratura dedicata a questo argomento, dietro professioni rituali di rifiuto e di condanna, offre un quadro assai stimolante di parziali riconoscimenti e di prudenti ammissioni che non coincidono, anzi discordano, nei vari autori, così da invitare ad un’operazione di confronto e di verifica. Ne risulta un dibattito culturale libero e pieno di vita (di cui la scelta antologica offre al vivo uno spaccato delle varie componenti – Bardi, Pagano, Gruppo BBPR, Piacentini, Loganesi, Maccari, Ojetti, Bontempelli, Luchini, Colla – con testi ripubblicati qui dopo quasi 50 anni di oblio) ed una pratica architettonica ed urbanistica nient’affatto provinciale, che non sfigura a livello europeo. Anzi il periodo fascista si configura come il periodo che consente di recuperare il ritardo, accumulato nei confronti della cultura architettonica internazionale nella seconda metà dell’Ottocento e nel primo ventennio del secolo.
Numero di pagine: 173