Descrizione
La locuzione <<realismo storico>> è da intendere soprattutto in opposizione all’idea che la conoscenza storiografica si muova sul piano della <<Weltgeschichte>>, che l’interpretazione della realtà storica non possa prescindere da uno schema finalisticamente preordinato. Del resto, dalla lettura dell’opera volpiana, si ricava che lo Studioso abruzzese respinge la nozione della provvidenzialità e necessarietà della storia, in cui si compone l’identità di finito e infinito, nel senso che quanto si è venuto svolgendo nel corso del tempo sia da considerare sotto la specie del millenarismo. Il soggetto della storia non è la Ragione assoluta o lo Spirito del mondo; non l’io universale che si autodetermina nel processo dialettico; non la Materia o Economia entità metafisiche; ma è, in concreto, l’uomo nella condizione empirica e psicologica, sicché lo sviluppo stesso dei rapporti umani e delle loro trasformazioni.
In tal modo, il campo della ricerca si restringe alla sfera dei fatti accertabili tramite le testimonianze documentarie. E, tuttavia, la procedura storiografica non scade nell’epistemologia oggettivistica pura, ché la ricognizione ha pur sempre bisogno di strumenti concettuali d’indagine. Il materialismo storico, depurato dell’astratto a priori, trapassa, nel Volpe, in realismo storico, in parametro interpretativo, in elargitore di categorie trascendentali: l’Economia, non più scienza teologica (paniogistica e deduttiva) e neppure scienze di tecniche (descrittiva e adiafora), si propone quale principio di vita psichica, idoneo a organizzare il contenuto della storicità secondo forme, ove la materia della storia si modella e si precisa.
Ciò che vuol dire, più propriamente, che l’Economia, recuperata nel suo aspetto di attività spirituale, fornisce allo Storico un’idea direttiva, che appresta, alla fine, una tavola categoriale, per cui i fatti del passato si profilano nella loro totalità e correlazione, tanto che, per molti versi, la storiografia volpiana – e il Croce non tardò a rendersene conto – si scioglie nella storiografia etico-politica. Donde quella sfumata, sottile e penetrante iterazione mentale che, superando le mitologie, i determinismi, le unilateralità, i facili e grossolani raffronti sociologici, fa dell’opera di Gioacchino Volpe l’attestazione di una metodologia straordinariamente presente, critica e, dunque, provocatoria nel panorama di certa ortodossa casuistica storiografica, fondata sull’ interdisciplinarietà e sulla primazia dei fenomeni economico-sociali.
Numero di Pagine: 182