Descrizione
Dal socialismo utopistico alla lebbra dirigistica
In questo libro, che vuol essere chiaro senza spreco di parole, si pone in evidenza come gran parte del socialismo, a dispetto del nome, non ha condotto al maggior bene sociale e non può condurvi finché si faccia del socialismo un sinonimo di collettivismo.
Fondamentale è la constatazione che più si estende la proprietà pubblica e più e più si estende il prepotere dei governanti e delle burocrazie, che fanno della proprietà pubblica la loro proprietà privata, con una costante dimostrazione di inefficienza economica e di oppressione politica. All’impoverimento generale e alla perdita della libertà si è arrivati col socialismo dichiaratamente statalista, ma ci si sta arrivando anche col dilagare della lebbra dirigistica, alimentata dal favore della classe politica in genere, nonostante ostentati propositi di libero pluralismo e di partecipazione democratica.
Centrale – nel libro – è l’approfondimento del concetto di divisione sociale del lavoro, non per nulla inviso al marxismo, che si dibatte invano tra determinismo naturalistico e creatività umana.
Conclusiva è la constatazione del diffondersi di uno statalismo socialista o socialistoide sempre più innalzato a bandiera di ogni parassitismo e di ogni irresponsabilità sociale.
Numero di Pagine: 133