Descrizione
Ramiro de Maeztu, uno dei grandi della <<generazione del ’98>>, ha scritto di queste <<Lettere>> che, se esse fossero state pubblicate prima del 1930, la monarchia spagnola non sarebbe caduta. In effetti, la monarchia spagnola, nel 1931, al momento della caduta, non aveva più difensori. Forse gli stessi monarchici non si sentivano di assumere le difese di una monarchia ridotta alla consistenza di un fantasma. E nemmeno il Pemàn difende questo tipo di monarchia, parlamentare e costituzionale. Ma a difesa della monarchia vera, dotata di quella autorità che è indispensabile per l’esercizio di un potere valido, il Pemàn offre in questo volume tutti gli argomenti.
L’autore si riferisce alla Spagna: alla tradizione ed alla situazione caratteristica del suo Paese. Ma molti sono i motivi di difesa validi anche oltre i confini iberici. E l’Autore lo conferma: <<Non sono monarchico>> egli dice <<perché lo è la tradizione spagnola, né perché la Spagna non è matura per altri regimi, né per le ragioni relativistiche o istintive accettate dai nostri padri. Sono monarchico per le ragioni limpide ed assolute che, fuori del tempo e dello spazio, rendono la Monarchia ereditaria la migliore delle forme di governo, o, come scrive il Balmes, “una delle idee più grandi e felici della scienza politica”>>.
Sono – queste – pagine di intelligenza e di fede che non saranno facilmente dimenticate. <<Avevano ricevuto da Dio la grazia di un potere ereditario, sostenuto da un’antica tradizione, e abbiamo rinunciato a tutto per andarci a mettere in fila, come orfani dolenti, insieme ai poveri trovatelli della storia>>
Anche queste parole sono nate con le ali. E volano, come uccelli migranti oltre i Pirenei ed oltre il mare, verso altre terre, illuminate dal sole, freddo ed opaco, della anarchia parlamentare e repubblicana.
Introduzione di Ramiro de Maeztu
Numero di Pagine: 219