Descrizione
Nel ripubblicare le tre monografie: dedicate alla Toscana medioevale, Gioacchino Volpe dichiarò, a un certo punto della prefazione, la sua « predilezione di studioso, vorrei dire di uomo, per le epoche di rinascita e di risorgimento, quando la vita di una società si mette o rimette in più rapido moto creativo, e si dispiega in ogni direzione ». Tale schietta simpatia dell’uomo per le epoche illuminate dalle argentee luci delle albe storiche, insieme ad un altissimo sentire civile di patriota compongono il robusto sfondo personale di questo gruppo di saggi che fanno perno intorno al Risorgimento italiano: dai primi annunci, colti nel vasto quadro di una Situazione europea e di un rinnovamento complessivo del Continente, ai messaggi inascoltati dei solitari, ai programmi, poi realizzati, di unità monarchica, fino ai problemi, tetragoni a trovare una soluzione, del secolo nostro, di tentato e mal riuscito completamento dell’opera risorgimentale.
E, come avverte lo stesso Volpe, lavoro di mezzo secolo, dal 1910 al 1960 inoltrato: lavoro condotto su particolari problemi, figure e momenti, in articoli e saggi di pubblicazioni periodiche, dalla rivista specializzata alla rassegna politica, al giornale quotidiano: lavoro che, se qui non si raccogliesse, resterebbe abbandonato ai casuali ritrovamenti, o alla dimenticanza. Immeritata, a nostro avviso, per essere questi scritti, al di là delle ragioni erudite, testimonianza ininterrotta di un’ansia, che pare farsi più incalzante nello storico dopo la prova della guerra cui ha partecipato, di avvicinarsi il più possibile, anche nella scelta degli oggetti di studio, alle sorti fresche e ancora inconcluse della patria. Il prediletto Medioevo delle origini studiose cede il posto a questo groviglio di storia nazionale appena formata, o ancora in formazione.
Sono gli anni in cui matura la grande sintesi dedicata all’Italia moderna. Opera vigorosa e ottimista, in quanto l’Italia appare all’A. nel momentaneo fiorire di speranze, bene avviata, cioè « in cammino ». Poi, il cammino s’interrompe di colpo, nella lacerazione della sconfitta, della guerra civile, del Trattato di pace: “La vedo fermata e ricacciata indietro, costretta a ricominciare dai muri maestri”, scrisse Volpe licenziando, in condizioni mutate da quelle che ne avevano visto la nascita, l’ultimo volume. Questi saggi s’inscrivono tra speranze dì prima e delusione di poi, in una continuità di pensiero, in una fedeltà di affetti, in una lezione di carattere che non ha forse, nell’Italia odierna, migliore esempio.
Numero di Pagine: 285