Descrizione
Gli scritti raccolti in questo volume hanno in comune lo spirito spregiudicato dell’autore, il quale in tempi di irregimentazioni gregarie, di etichette prefabbricate e di servitù codarde, ha voluto giudicare tutto e tutti, con quella sovrana indipendenza che gli deriva dal fatto che egli non desidera niente e non teme niente.
E se il suo giudizio è spesso severo, ciò non è dovuto ad una sua soggettiva inclinazione al pessimismo, ma a un’obbiettiva constatazione di una realtà scoraggiante.
La moderna società industriale, accanto al suo attivo, ha un passivo imponente ed i rimedi che le si offrono non sono che l’accettazione della malattia portata ai suoi sviluppi estremi.
Che cosa è infatti il socialismo, in tute le sue varietà, se non la codificazione della personalizzazione umana connessa alla civiltà industriale? Nel saggio un pò patetico sul <<Tramonto dei notabili>> Panfilo Gentile ricorda non senza nostalgia la vecchia società che l’ha sostituita.
Ancora. Panfilo Gentile non ha potuto chiudere gli occhi dinanzi alla degenerazione della nuova classe politica, sedicente democratica, ed al regime oligarchico, che essa ha instaurato, regime dominato, dall’ignoranza, dalla corruzione e dalle solidarietà mafiose delle cricche dirigenti. Ed ecco tutti i capitoli del libro, che ripercorrono la storia politica dell’ultimo decennio.
Infine, la decadenza è penetrata nella Chiesa: l’affievolimento del ministero pastorale e del senso augusto della propria storia vengono denunciati come i due sintomi più inquietanti di un processo di mondanizzazione, di politicizzazione e di vanitosa corsa verso un frivolo modernismo; processo dal quale escono compromessi i più prestigiosi e tradizionali valori del magistero ecclesiastico.
Forse questo libro in polemica coll’epoca è anch’esso un bisogno dell’epoca, bisogno di una critica al di sopra della frasi fatte e delle parole d’ordine in voga appoggiate dal potere e dal terrorismo ideologico.
Numero di Pagine: 183