Descrizione
Uno studio del cosiddetto brigantaggio sviluppatosi nel Mezzogiorno al momento dell’unificazione, risulta arduo non soltanto a causa della cortina di silenzio che la “carità di patria” volle stendere su esso (e su taluni punti in modo realmente impenetrabile), ma anche perché uno studio del genere è costantemente esposto al pericolo di frammentarsi nell’analisi di un fenomeno complesso e confuso nelle sue manifestazioni, per alcuni versi ancora tanto oscuro, e che a prima vista sembra confermare la corrente convinzione che vi prevalga assolutamente l’elemento spontaneo, e quindi tutto sia frazionato, particolare, caotico.
Per non ricadere negli errori di prospettiva che tanto hanno inficiato l’importanza della bibliografia e delle ricerche sull’argomento, fiorite negli ultimi decenni del secolo scorso (da almeno quaranta anni a questa parte non si è scritto quasi più, e comunque ben poco di valido), è necessario individuare subito e con sufficiente chiarezza, nel viluppo dei vari fattori e nella congerie degli avvenimenti, quei disegni e quei fatti politici e militari che si possono fondatamente ritenere determinanti nel provocare quella guerriglia contadina e nell’imprimerle le specifiche caratteristithe che essa assunse in quel periodo. Occorre pertanto esaminare con particolare attenzione il periodo dall’autunno del 1860 a tutto l’inverno del 1861, in cui si sviluppò la prima ondata di “reazioni” e in questo quadro stabilire in quale misura i piani della reazione borbonico-clericale si sovrapposero agli spontanei movimenti contadini, imprimendo loro un orientamento politico. Bisogna, poi, valutare adeguatamente l’influenza esercitata dallo scioglimento dell’esercito garibaldino sulla crisi generale dell’Italia meridionale, accertando sia i termini di fondo del contrasto che divideva i moderati e i democratici sul tema dell’unificazione del Mezzogiorno, sia le gravi conseguenze politiche e militari connesse con la liquidazione di quella ragguardevole forza armata, compiuta proprio mentre si produceva il ritorno armato della reazione borbonica. Si deve, perciò, analizzare anche la politica interna attuata in quel periodo dai moderati nel Mezzogiorno, con particolare riguardo ai problemi della “sicurezza” e le reazioni suscitate da determinate impostazioni e soluzioni implicite in quella politica.
Numero di Pagine: 482